Le autorità locali avevano sempre impedito qualsiasi celebrazione religiosa, anche a Natale e Pasqua, sostenendo che in città “non ci sono cattolici”. I 500 fedeli si erano quindi dovuti riunire di nascosto in case private e scantinati. La polizia era presente alla messa, ma si è limitata a fotografare e filmare i presenti, ufficialmente per “riferire ai superiori”.
Hanoi (AsiaNews) – Finalmente si è potuta celebrare una messa a Son La, città della regione montagnosa del nordovest del Vietnam, le autorità della quale per anni hanno impedito persino l’arrivo di un sacerdote, anche a Natale o Pasqua. La polizia stavolta ha lasciato fare, ma ha fotografato e filmato tutti i presenti, sostenendo di avere bisogno delle immagini per fare rapporto “ai superiori”.
La situazione di Son La era andata avanti, più o meno allo stesso modo, da anni, da quando, nel 2004, il vescovo Anthony Vu Huy Chuong, della diocesi di Hung Hoa inviò una petizione alle autorità locali, chiedendo il permesso per i sacerdoti cattolici di celebrare messa almeno due volte l’anno, per Natale e Pasqua. L’allora capo del Fronte patriottico, Nguyen The Thao, respinse la petizione, con l’affermazione che “non essendoci attualmente fedeli a Son La, non c’è bisogno di tali servizi”. La dichiarazione di Thao era non solo una evidente violazione della libertà religiosa, ma anche una manifesta bugia, visto che in quel periodo a Son La c’erano almeno tremila cattolici - su poco più di un milione di abitanti - di 40 diverse etnie e la Chiesa ha documenti dell’esistenza, già nel 1985, di 700 famiglie cattoliche.
La lotta delle autorità di Son La era arrivata al punto di cercare di convincere alcuni cristiani di etnia Hmong a tornare alla loro vecchia religione pagana. Una situazione così eclatante da spingere una delegazione della Commissione statunitense per la libertà religiosa - che nel maggio scorso si è recata in Vietnam - a recarsi in città. Il 19 maggio ha così incontrato un gruppo di quei cattolici “inesistenti”, che, malgrado la presenza di esponenti delle autorità, hanno testimoniato le vessazioni subite e la palese violazione della libertà religiosa.
Così, il 24 ottobre, padre Nguyen Trung Thoai ha potuto celebrare messa per l festa di Nostra Signora del rosario, in una sala messa a disposizione da un cattolico locale, Trinh Xuân Thuy. A differenza degli anni passati, la polizia non gli ha impedito di arrivare. Oltre un centinaio di coraggiosi fedeli si sono riuniti (nella foto) per la cerimonia dell’offerta dei fiori, secondo una tradizione vietnamita, e per l’Eucaristia.
I fedeli di Son La ora sperano che la celebrazione della messa non sia in futuro un fatto straordinario, ma possa avvenire regolarmente ogni settimana. Essi attribuiscono il mutato atteggiamento delle autorità alla perseveranza e al coraggio dimostrati negli anni passati, al sostegno avuto da numerose organizzazioni per la tutela dei diritti umani e all’attesa della prossima pubblicazione del temuto rapporto americano sulla libertà religiosa. Che potrebbe pesare sugli aiuti e gli investimenti degli Stati Uniti in Vietnam.
Hanoi (AsiaNews) – Finalmente si è potuta celebrare una messa a Son La, città della regione montagnosa del nordovest del Vietnam, le autorità della quale per anni hanno impedito persino l’arrivo di un sacerdote, anche a Natale o Pasqua. La polizia stavolta ha lasciato fare, ma ha fotografato e filmato tutti i presenti, sostenendo di avere bisogno delle immagini per fare rapporto “ai superiori”.
La situazione di Son La era andata avanti, più o meno allo stesso modo, da anni, da quando, nel 2004, il vescovo Anthony Vu Huy Chuong, della diocesi di Hung Hoa inviò una petizione alle autorità locali, chiedendo il permesso per i sacerdoti cattolici di celebrare messa almeno due volte l’anno, per Natale e Pasqua. L’allora capo del Fronte patriottico, Nguyen The Thao, respinse la petizione, con l’affermazione che “non essendoci attualmente fedeli a Son La, non c’è bisogno di tali servizi”. La dichiarazione di Thao era non solo una evidente violazione della libertà religiosa, ma anche una manifesta bugia, visto che in quel periodo a Son La c’erano almeno tremila cattolici - su poco più di un milione di abitanti - di 40 diverse etnie e la Chiesa ha documenti dell’esistenza, già nel 1985, di 700 famiglie cattoliche.
La lotta delle autorità di Son La era arrivata al punto di cercare di convincere alcuni cristiani di etnia Hmong a tornare alla loro vecchia religione pagana. Una situazione così eclatante da spingere una delegazione della Commissione statunitense per la libertà religiosa - che nel maggio scorso si è recata in Vietnam - a recarsi in città. Il 19 maggio ha così incontrato un gruppo di quei cattolici “inesistenti”, che, malgrado la presenza di esponenti delle autorità, hanno testimoniato le vessazioni subite e la palese violazione della libertà religiosa.
Così, il 24 ottobre, padre Nguyen Trung Thoai ha potuto celebrare messa per l festa di Nostra Signora del rosario, in una sala messa a disposizione da un cattolico locale, Trinh Xuân Thuy. A differenza degli anni passati, la polizia non gli ha impedito di arrivare. Oltre un centinaio di coraggiosi fedeli si sono riuniti (nella foto) per la cerimonia dell’offerta dei fiori, secondo una tradizione vietnamita, e per l’Eucaristia.
I fedeli di Son La ora sperano che la celebrazione della messa non sia in futuro un fatto straordinario, ma possa avvenire regolarmente ogni settimana. Essi attribuiscono il mutato atteggiamento delle autorità alla perseveranza e al coraggio dimostrati negli anni passati, al sostegno avuto da numerose organizzazioni per la tutela dei diritti umani e all’attesa della prossima pubblicazione del temuto rapporto americano sulla libertà religiosa. Che potrebbe pesare sugli aiuti e gli investimenti degli Stati Uniti in Vietnam.