I cattolici vietnamiti chiedono la restituzione di beni ecclesiastici

HANOI, 30.1.2008 -- Oltre tremila cattolici si sono radunati in preghiera nei giorni scorsi nel giardino antistante l'ex sede della Delegazione apostolica di Hanoi, in Vietnam, manifestando disapprovazione contro il provvedimento dell'amministrazione comunale che, in base all'ultima decisione, vorrebbe adibire ad uso commerciale l'edificio a suo tempo nazionalizzato.

La Chiesa locale chiede da tempo la restituzione dell'immobile di sua proprietà cui sono stati posti i sigilli nel 1959. Proteste ci sono state in altre città sempre per la restituzione di altri beni ecclesiastici.

Nell'area - riferisce l'agenzia Asia News - molti cattolici hanno trascorso anche la notte, protestando così contro il Governo che aveva chiesto di rendere libero il terreno e di porre fine alla manifestazione.

L'arcivescovo di Hanoi, Joseph Ngô Quang Kiêt, in un comunicato, ha rivendicato il diritto dei fedeli a manifestare.

Dall'arcidiocesi di Hanoi è stato diramato un comunicato in cui viene criticata l'azione dei media statali.

I media, si sottolinea, accusano i cattolici di Hanoi, ad esempio, di radunarsi e pregare illegalmente all'aperto, disturbare l'ordine pubblico, diffondere notizie distorte tramite Internet.

In particolare - riferisce sempre l'agenzia Asia News - secondo le informazioni fornite dalla televisione, dalla radio e dai giornali, l'arcidiocesi non può pretendere la proprietà dell'edificio perché "il 24 novembre 1961, padre Nguyên Tùng Cuong, allora amministratore della diocesi, ha donato la proprietà al Governo".

Nel comunicato si replica che l'autorità competente per la transazione è solo "il vescovo diocesano, con il consenso del consiglio finanziario e il collegio dei consultori".

Il comunicato, inoltre precisa che "di sicuro egli (padre Cuong) non ha mai fatto alcuna donazione".

Nel testo si ricorda pure che la costituzione vietnamita difende la libertà religiosa e i luoghi di preghiera; inoltre un'ordinanza del 18 giugno 2004 specifica che le proprietà legali delle organizzazioni religiose sono protette dalla legge e che ogni violazione di tale diritto è proibita.

Il comunicato dell'arcidiocesi precisa che la proprietà in questione, ovvero la sede dell'ex Delegazione apostolica, non è dello Stato: "Il Governo non ha alcuna prova - è scritto - che la Chiesa in Vietnam l'abbia donata, né vi è un decreto di confisca. Essa è perciò ancora proprietà dell'arcidiocesi".

Ed è aggiunto: "da questo punto di vista, i raduni e le preghiere su una proprietà della Chiesa sono perfettamente legali". Sulle accuse di diffondere notizie distorte su Internet, infine, si specifica che "gli articoli sono stati messi da molte persone e l'arcidiocesi non ne è responsabile"